Andrew
Basso (escapologo) Trento 21.5.2012
intervista di Gianfranco Gramola
Uno
dei più famosi escapologi del mondo, ossia l’uomo dalle imprese impossibili,
cresciuto con il mito di Harry Houdini, il vanto di aver conosciuto David
Copperfield e il rimpianto di aver detto “no”
all’Isola dei Famosi
per
contattare Andrew Basso, l’e.mail del suo manager è dennis@mastersolutions.it
Andrew
Basso nasce a Trento nel 1985 e
fin da piccolo dimostra interesse in tutto ciò che è spettacolo. Sono dapprima
i circhi a stupirlo ma è l'incontro ravvicinato con un mago che gli farà
nascere un sogno: quello di diventare un grande illusionista. Ed è cosi che tra
la magica scatola di Silvan, e qualche libro trovato dal padre Armando in
libreria, che Andrew comincia il suo percorso nell'arte magica. Ma è a 12 anni
che il fortuito incontro di Andrew con un professionista del settore gli
permette di fare il salto dal semplice gioco di prestigio ai veri segreti della
Magia. Comincia cosi un percorso formativo intensissimo per Andrew che tra i
banchi di scuola prova i suoi esperimenti con i compagni oramai diventati
divertiti spettatori. Dopo
qualche anno di studio e
preparazione arriva il debutto: il 31 luglio 2003 ha inizio la carriera
professionale di Andrew che proprio in occasione della sua prima evasione
subacquea, alla quale hanno assistito 2000 persone, incontra il suo futuro
manager Dennis Forti che da quel giorno, producendo appunto questo primo evento,
inizia a credere nel giovane talento e seguirlo in ogni parte del mondo. Nel
2004, a 18 anni, da solo e con qualche parola d’ inglese Andrew si presenta a
Las Vegas, al World Magic Seminar, il convegno mondiale più importante del
mondo dove si riuniscono i più grandi illusionisti del pianeta. E' con loro che
vuole studiare e cosi avviene. Viene selezionato da Lance Burton, Jeff Mc Bride
ed Eugene Burger tra i migliori illusionisti teen agers e insieme ad altri
portentosi talenti ha modo di studiare nella prestigiosa Mistery School a
contatto con artisti di calibro internazionale.
Grazie al grande impegno
e la smisurata passione del giovane, i primi risultati si vedono presto: nel
2005 vince il titolo mondiale di "Escape Champion" durante la
convention mondiale di escapologia a Los Angeles. E' il primo Italiano e il più
giovane nella storia a conquistare questo titolo. I riflettori si puntano su
Andrew e nel 2007 Francesco Facchinetti da vero talent scout co-produce con
Dennis Forti ed Andrew una serie televisiva dedicata all’ arte del giovane
artista dell’impossibile su All Music dal titolo "Fuori! Born To Escape".Il
successo del programma prosegue con una seconda serie che viene prodotta anche
nel 2008-2009. Il titolo di
campione del mondo viene sentito
particolarmente negli Stati Uniti ed è cosi che Andrew comincia ad esibirsi su
palchi di Las Vegas e di New York ed in esclusivissimi party a Beverly Hills.
Anche i media in IItalia puntano l'interesse su Andrew e Rai 2 lo invita nel
programma "Arcana - Inchieste sulla Magia" per rappresentare il
settore dell’ escapologia e Wired Magazine Italia dedica ad Andrew 7 pagine di
speciale in occasione dell'uscita del film "Houdini L'Ultimo Mago".
Impegnato in oltre 120 live show all’anno, Andrew al momento sta conducendo il
programma televisivo "Street Magic" dove mette alla prova le sue
abilità in situazioni reali, improvvisando con le persone "per
strada" incredibili esperimenti di magia e illusionismo e qualche evasione
mozzafiato!
Intervista
Incontro
il simpaticissimo Andrew Basso a Roncafort (via Luigi Caneppele 44) di
Trento, dove c’è la base del suo manager. Dopo il nostro incontro, Andrew ha
voluto farmi vedere alcuni giochi di magia e devo dire che sono rimasto
meravigliato dalla sua abilità, frutto di allenamenti quotidiani. In poche
parole “me l’ha fatta sotto gli occhi”.
Andrew
Basso, come ti definisci? Un illusionista, un mago, un prestigiatore?
Al
momento la definizione più corretta è artista dell’impossibile, perché in
realtà quello che faccio racchiude diverse capacità. Ossia le capacità di un
mago, quelle di un illusionista, quelle di un prestigiatore e le capacità di un
escapologo, che hanno tutte un filo comune, che è l’arte dell’impossibile,
di fare cose che apparentemente non si possono
fare, però tutte quante richiedono abilità diverse. Diciamo che artista
dell’impossibile è la mediazione per legare tutte queste arti. Il grande
pubblico mi conosce come escapologo, perché mi sono distinto dagli altri grandi
illusionisti mondiali, proprio perché mi sono specializzato in questo settore.
Però nei miei spettacoli faccio anche magia e illusionismo.
Vuoi
spiegare ai lettori il significato della parola “escapologia”?
In
realtà escapologia è una traduzione anche un po’ malfatta dall’inglese
“to escape”, cioè fuggire, scappare, liberarsi da condizioni impossibili.
Ed è stata tradotta in italiano in escapologia, che se la dici così sembra una
malattia (risata). Escapologia è l’arte di sapersi liberare da condizioni
impossibili, che possono essere strumenti, situazioni o altro, coniata dal
grande Houdini.
Raccontami
di questa tua passione per Houdini.
La
passione per la magia è nata quando avevo circa sette anni e inevitabilmente in
qualsiasi libro che leggevo, incontravo il nome del grande Harry Houdini. Quando
avevo 12 anni ho iniziato a metabolizzare il fatto che Houdini era ed è il più
grande mago di tutti i tempi.
Allora mi sono chiesto:”Per diventare come lui, cosa bisogna fare?”. Ho
guardato e mi sono informato su quello che ha fatto e ho studiato un po’ tutta
la sua carriera, la sua storia e mi sono reso conto che la chiave del suo
successo è stata quella di differenziarsi dagli altri facendo qualcosa che
nessun altro era in grado di fare. Aldilà del suo carisma, del suo magnetismo e
della sua personalità sicuramente unica. Così, leggendo e studiando libri di
magia, ho scoperto il mito Houdini, il mio mito, la mia fonte di ispirazione.
Oltre
ad Houdini, chi sono stati i tuoi maestri?
Si!
Il mio primo maestro è di Trento e si chiama Sergio Molinari, una persona di
una realtà vicina. Da ragazzino vivevo a Borgo Valsugana con i miei genitori e
mio padre, ogni settimana, la sera mi accompagnava da questo mago che mi faceva
una lezione e mi aspettava per tre
ore, lui mi ha passato delle nozioni fondamentali che tutt’ora sono il segreto
di quello che faccio.
Chi
è stata la persona che per primo ha creduto in te?
La
prima persona che ha creduto in me è stata sicuramente mio padre perché
comunque quando hai 7-8 anni non hai grandi mezzi né economici, né fisici per
dire: “vado in un paese per fare uno spettacolo”. Se non c’è qualcuno che
ti accompagna è un po’ complicato, quindi diciamo che mio padre è stata la
prima persona che ha capito che la mia testardaggine su questo argomento non era
una semplice esaltazione. Ricordo con molta emozione i miei primi libretti e le
mie prime scatole di magia, i primi spettacolini in cui lui mi faceva da
assistente. Devo assolutamente ringraziare
i miei genitori che all’inizio mi hanno lasciato volare con le mie ali, stando
nell’ombra ma sempre pronti a raccogliermi se fossi caduto.
Come ricordi l’incontro con Dennis Forti, il tuo attuale manager?
Ho incontrato il mitico Dennis a 17 anni. La mia passione per la magia, con il
tempo si è tramutata anche in qualcosa di molto più serio, perché iniziavano
a piovere richieste sempre più importanti che implicavano degli investimenti da
parte mia e io, ragazzo di 17 anni, con tutta la buona passione trovavo che era
una cosa più grande di me. Il destino ha fatto si che il mio maestro mi chiama
una sera e mi dice: “Guarda, mi hanno chiamato per un programma televisivo
regionale per fare una gara, tipo la Corrida. Io ho 50 anni e non mi metto in
gioco, vai tu, che sei giovane”. Per me andare in televisione era come finire
in prima serata a Canale 5. In quella occasione, nella giuria artistica c’era
Dennis Forti che mi ha visto, abbiamo chiacchierato e condiviso il camerino
insieme e a fine serata io avevo già i miei film in testa di cosa volevo fare,
progetti, sogni, ecc… e gli ho detto:”Ho bisogno di una persona che mi segua
in un evento che voglio fare”. E da lì è nato il nostro sodalizio che
funziona meravigliosamente.
Hai
mai pensato ad un nome d’arte?
Il
mio nome d'arte agli inizi era "Magic Andrew" poi un mio amico danese
mi suggerì Andrew Basso, una versione più internazionale del mio vero nome
Basso Andrea.
Quanto
conta l’andrenalina durante le tue esibizioni?
L’adrenalina
credo che sia un elemento che proprio io continuo a cercare anche nella vita
quotidiana, qualcosa che ho bisogno, una necessità, cioè nelle vene ho bisogno
che scorra adrenalina, a volte tanto a volte meno, però ho sempre bisogno di
quell’input, assolutamente. Non voglio stare su una poltrona a leggere un
libro, perché mi fa sentire vecchio. Ho bisogno di fare qualcosa che mi
appassiona. Quindi il fatto che ho scelto delle cose ad alto contenuto
adrenalinico è sicuramente per appagare questo bisogno e trovarmi come sabato
scorso all’Arena di Verona con 12mila persone che ti guardano, con le
telecamere puntate, Maria De Filippi, appeso a testa in giù dentro una vasca
d’acqua inchiodato dentro, ovviamente è perché dentro sento il sangue che
bolle. Quindi è una cosa di cui ho bisogno che però allo stesso tempo devo
anche controllare, perché alla fine delle mie esibizioni, aldilà
dell’aspetto tecnico, una grande componente è il controllo e il controllo è
l’adrenalina, quindi devo gestirla ovviamente e credo che ci sono dei momenti
in cui l’adrenalina è al 100%.
Quante ore ti alleni al giorno?
Diciamo che è molto variabile in base un
po’ ai nostri appuntamenti perché chiaramente se sabato prossimo ho “la
Pagoda della morte” da fare, la mia priorità di allenamento sarà da qui a
sabato tutti i giorni dedicare 5 ore alla preparazione di quell’esercizio.
Mentre se si parla di un periodo di spettacoli vari, diciamo che mi porto avanti
con allenamenti generici. Credo che ci sia una differenza tra chi fa l’escapologo
e chi lo è, cioè qualcuno della propria arte ne fa una parte della sua
giornata, quindi dalle ore e alle ore. Per me è una costante, 24 ore su 24,
quindi di per sé per me è difficile quantificare quanto, perché da quando mi
sveglio fino a quando vado a dormire ho la testa sempre lì che ci pensa. E’un
lavoro proprio mentale che occupa gran parte della mia giornata, potrei dirti 8
ore dedicate allo studio delle mie cose che si differenzia tra studio specifico
da testi, video e quant’altro, a pianificazioni a allenamento tecnico manuale.
Gli stessi spettacoli che faccio sono di per sé anche allenamenti ulteriori.
Qualche incidente di percorso?
Di flop grazie a Dio e ai miei angeli e ai
miei nonni e chiunque mi assista, al momento non ne ricordo neanche uno, perché
mia madre mi ha sempre insegnato che in una maniera o nell’altra devi sempre
portare a casa il risultato, cioè “the show must go on”, cioè lo show deve
sempre andare avanti. Quindi magari non porti a casa l’obiettivo prefissato
però il più vicino possibile. Ricordo qualche incidente di percorso, ma nulla
di grave, che magari da ragazzino mi è capitato, dove ho capito l’importanza
di avere degli assistenti tuoi, e non improvvisati 5 minuti prima, il fatto di
avere appunto attorno a me delle persone che fanno dei lavori ben precisi, ben
specifici insomma. La prima Pagoda che è stata costruita qui a Trento per una
cosa televisiva che dovevamo fare anni fa, siamo sul set, la riempiamo, è
esplosa. Fortuna che eravamo in un
porto all’aperto quindi non s’è fatto male nessuno, però è esplosa una
Pagoda probabilmente per il materiale sbagliato con la quale è stata costruita.
Adesso questa qua è stata costruita da Gecele e hanno fatto un lavoro pazzesco.
Quindi credo che la mia crescita professionale non riguardi soltanto me come
individuo, ma anche dalle persone che ti circondi nel tuo team, perché
ovviamente le mie competenze possono essere nel mio settore, poi c’è anche il
discorso tecnico/fisico che deve essere di competenza degli altri. Ecco perché
ci deve essere un manager che gestisce i contratti lavori, le pubbliche
relazioni, la stampa, ecc… come il team tecnico che ti costruisce la macchina
della tortura che funziona in una certa maniera. Credo che l’elevazione
professionale artistica sia anche questa.
Il
complimento che più ti ha fatto piacere?
Credo che il complimento più bello mi è
stato fatto da una signora sulla settantina. In uno spettacolo mi sono fatto
incatenare, chiuso dentro una cassaforte e altre cose complicate, inoltre ho
coinvolto un bambino, che ho trasformato in un mago e questo ragazzino senza
rendersene conto fa delle magie e quindi riesce in qualcosa di impossibile.
Questa signora a fine spettacolo mi dice: “E’ stato carinissimo perché per
un attimo mi sono sentita al posto di quel bambino, mi sono sentita vivere i
miei 9 anni e quindi la spensieratezza e per un attimo ho staccato la linea
temporale”. Per me il complimento
più grande è quando la gente fondamentalmente prova un emozione, si stacca dal
mondo materiale, dalla quotidianità e in quel momento fluttua in una realtà
diversa.
Ho
letto che nel settembre 2005, a
Sharm El Sheik vieni ammanettato e incatenato dalla polizia locale e gettato
nelle acque del mar Rosso. Cosa hai combinato?
Era
tutto concordato. Eravamo in Egitto, dovevamo fare uno spettacolo importante in
una arena locale e per lanciare lo spettacolo abbiamo fatto questo evento dove
la polizia locale mi ha ammanettato, incatenato e poi son saltato dentro il Mar
Rosso liberandomi in pochi minuti. La polizia locale era più preoccupata
rispetto a me! Sono stati carini.
Hai
mai pensato di scrivere un libro sulle tue imprese?
Sinceramente si, perché sento che la mia
vita è così intensa e per avere solo 25 anni ho vissuto tante cose e a volte
quasi le dimentico, perché sono talmente tante e anche perché ogni giorno sono
impegnato in una cosa nuova e concentrandomi su una cosa futura dimentichi
quella passata. Ho già la testa su qualcos’altro. E quindi ci ho pensato
perché sarebbe bello poter mettere su carta questi 10 anni di esperienza che
sono stati straordinari. Sono partito dai vari spettacolini a Borgo Valsugana,
nella mia piazzetta con il mio Cantatu e il mio microfono, con un mio compagno
di classe ed un vicino di casa, per trovarmi adesso a essere in tour mondiale
con i più grandi maghi del mondo con folle oceaniche che pagano un biglietto di
100 euro per vederci. E’ pazzesco, una grande soddisfazione.
Hai fatto mai spettacoli di beneficenza?
Si! Noi sposiamo delle cause, assolutamente si. Credo che sotto a quello che
faccio c’è una missione morale prima di tutto, nel senso che il fatto che lo
faccia di lavoro è una causa, cioè una conseguenza, non è il motivo, nel
senso che per me l’appagamento migliore non è tanto il bonifico in banca ma
aver regalato un minuto, 1 ora, 2 ore, quello che è di divertimento, di
spensieratezza, serenità, emozioni.
Hai ricevuto numerosi premi. A quale sei
più legato?
Si! E vero ho ricevuto numerosi premi e
l’ultimo me l’ha consegnato Uri Geller, il
sensitivo che piegava i cucchiaini con la forza del
pensiero. Dal punto di vista sentimentale è stato quello del campionato
mondiale di escapologia, nel 2005 ed è quello che inaspettatamente mi ha
colpito e non me lo aspettavo perché c’era gente con tanti anni in più di
esperienza di me. Ho detto lo faccio e questo risultato mi ha dato una spinta,
un’accelerazione importante. Poi l’ho ricevuto in America, quindi la
grandezza della cosa… poi gli americani sul discorso di premi e riconoscimenti
hanno una cultura molto forte, più forte di quella italiana. Basta vedere
quando fanno le nomine degli Oscar, fanno una manifestazione che per 3 giorni
c’è solo quello, i Music Awards, i Grammy.
Hai sogni
nel cassetto e progetti che intendi realizzare?
Ma, di cassetti ne ho tanti, gli apro non in
fila però uno alla volta… Ce ne sono tanti progetti, diciamo che adesso di
per sé sono già coinvolto nel mio sogno che è il tour di The Illusionists, il
tour mondiale e poi adesso andiamo in Messico a luglio, con un primo teatro da
9000 posti a sedere a Città del Messico, quindi c’è già questo per me, è
il massimo, una cosa pazzesca. Poi sicuramente una delle cose cha adesso voglio
concretizzare è avere proprio un tour mondiale mio personale, nonostante sia
meraviglioso essere accanto a dei professionisti miei miti, però proprio un mio
show: “Andrew Basso in tour mondiale” con il mio spettacolo insomma, essere
conosciuto individualmente come David Cooperfield.
Tu hai conosciuto Cooperfield? Cosa ti è sembrato?
Si! Cooperfield l’ho conosciuto di persona e devo dire che è un personaggio
incredibile. Diciamo che dopo Houdini, lui è quello che ha messo l’impronta
nella storia della magia mondiale. Ha attraversato la Muraglia cinese, il muro
da parte a parte, ha fatto sparire la statua della Libertà. Averlo conosciuto
per me è un vanto.
Ti hanno mai proposto dei reality?
Si! Ero stato chiamato per l’Isola dei
famosi nelle edizioni precedenti. La trovavo un’esperienza interessante, perché
l’escapologia è proprio una forma di sport estremo dove metto in test il mio
corpo fondamentalmente. Andare all’Isola dei famosi è una condizione anomala,
cioè il fatto che sei lì, non hai possibilità di mangiare, ecc… Perciò
sarebbe stato forte per me fare questa esperienza e anche per mostrare
attraverso un reality le mie abilità, i miei allenamenti senza le mie
attrezzature, quindi la mia testa
era già partita su questa nuova esperienza, poi non abbiamo partecipato
perché avevamo altre cose che combaciavano e abbiamo dovuto fare delle
scelte.
A
chi volesse avvicinarsi al mondo della magia, che consigli vorresti dare?
Il
consiglio che posso dare ad una persona è quello di trovare qualcuno che fa
magia, professionista o no, però insomma avere un aggancio, e avvicinarsi a
quello che può essere un club o un circolo vicino alla propria città. Io ho
aperto la Prestige Magic Accademy, un’accademia di magia (Roncafort di Trento)
proprio per dare l’opportunità alle persone di qualsiasi età, che si
vogliono avvicinare alla magia di conoscere questo mondo, approfondirlo,
crescere, studiare, divertirsi e quant’altro.
Quindi il mio consiglio più grande è vieni alla Prestige Magic Accademy
ovviamente.
Qual
è il tuo motto?
Il mio motto è “Volere è potere”, anche
“Se ci credi veramente niente è impossibile”, perché con una buona dose di
“credo” si può raggiungere qualsiasi cosa, è solo questione di tempo.
Qualcuno ci mette di meno, qualcuno un po’ di più, però se uno tiene duro e
ci crede veramente con i denti stretti arriva all’obiettivo. Io non è che ho
avuto il tappeto rosso, anzi devo dire che nei miei esordi ci sono state più
persone che hanno screditato e che hanno messo in dubbio quello che stavo
facendo più che quelle che dicevano bravo. Adesso è chiaro che ho più
pubblico che mi sostiene, però sostenere su un risultato è una cosa, quando
sei agli inizi è diverso. E’ stata la mia testardaggine a farmi andare avanti
per la mia strada e a tenere duro perché c’ho sempre creduto. Poi gli altri
pensino quello che vogliono, e quindi tener duro e non farsi frenare da quello
che possono dire le persone accanto insomma, sempre con buon senso.
Sei
fidanzato?
Top
Secret ... i segreti ci sono anche nella mia vita privata, non solo nei nelle mie
magie.;-)
Uno
dei tuoi obiettivi principali?
Conquistare
il mio pubblico. E’ uno dei miei obiettivi principali e ... se sono
donne, meglio ancora;-)
Per
chi fai tifo?
Non
seguo il calcio, preferisco gli sport estremi.